Il destino, il caso, la congiunzione degli astri. Ci appoggiamo continuamente ad un sacco di elementi esterni per dare un significato a ciò che ci accade. Poi ci sono i giudizi che formuliamo a noi stessi guardando ciò che avviene ai nostri coetanei, al mondo che più ci è vicino e che viviamo ogni giorno. Giudizi dettatati dalle nostre esperienze passate che minano la nostra autostima e alimentano dubbi e insicurezze. La società d’altro canto non ci viene in soccorso, continuando a distribuire falsi stereotipi di felicità e modi di vivere che ci fanno credere che in qualche modo dovrebbero essere presi come punto di riferimento. Ma come possiamo sapere se stiamo vivendo nel modo giusto, o meglio: c’è un modo giusto in cui dovremmo vivere?
Doverosa premessa: come spesso ricordo la mia mente prende strane strade quando inizia una riflessione e a volte può risultare difficile seguirne il percorso. Cercherò di rendere quanto più possibile interessante questo breve viaggio verso la consapevolezza del tempo che stiamo vivendo.
Anima irrequieta alla ricerca di quello che non sai
Siamo anime irrequiete. Spesso non siamo capaci di attendere troppo a lungo per ottenere ciò che desideriamo e a volte quello che vogliamo davvero, nemmeno sappiamo cosa sia. La mente vola alla velocità della luce e in un batter d’occhio ci siamo già proiettati in un futuro – magari neanche troppo lontano – per capire cosa accadrà, chi incontreremo e a chiederci perché qualcosa non sia ancora avvenuto. Difficile mantenere la mente nel qui e ora, difficile non spostare l’attenzione sui ricordi o su ciò che non ci è dato sapere. Ma come fare a superare questa continua voragine di paturnie mentali?
Intanto un consiglio che mi sta aiutando molto: il diario della gratitudine.
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Acquistare un diario della gratitudine può essere una scelta molto positiva per evitare di pensare troppo e iniziare invece a pensare alle cose positive che accadono nella nostra vita.. Ecco alcune delle motivazioni per cui potresti considerare l’acquisto di un diario della gratitudine:
- Promuove il benessere mentale: tenere un diario della gratitudine può aiutarti a concentrarti su aspetti positivi della tua vita, incoraggiando pensieri positivi e migliorando il tuo umore complessivo. Scrivere cose per cui sei grato può aumentare la tua felicità e ridurre lo stress.
- Sviluppa una prospettiva positiva: concentrandoti su ciò che apprezzi, puoi allenarti a vedere il lato positivo delle situazioni anche in momenti difficili. Questo ti aiuta a sviluppare una prospettiva più positiva sulla vita.
- Migliora la consapevolezza: tenere un diario della gratitudine ti costringe a riflettere su ciò che è importante per te e su cosa ti rende felice. Questo ti aiuta a diventare più consapevole delle tue emozioni e delle tue priorità.
- Incrementa la resilienza: praticare la gratitudine può aiutarti a gestire meglio le sfide e le difficoltà. Quando ti concentri su ciò che hai di buono nella vita, sei più in grado di affrontare le avversità con una mentalità resiliente.
- Favorisce il ringraziamento agli altri: tenere un diario della gratitudine può anche incoraggiarti a esprimere gratitudine agli altri, il che può migliorare le relazioni interpersonali e creare un senso di comunità.
- Registra i tuoi progressi: puoi usare il diario della gratitudine per seguire i tuoi progressi personali e le tue realizzazioni nel tempo. Questo può aiutarti a fissare obiettivi e a mantenere la motivazione.
Questo diario della gratituine è disponibile anche in versione bianco nera più minimal.
Schopenhauer e il Velo di Maya
Siamo sempre li, a parlare di noi stessi che ci scontriamo con la dura realtà del mondo esterno e della continua ricerca di una pseudo felicità. Si, perché non è forse questo l’obiettivo che tutti continuiamo a cercare? Essere felici, stare bene con noi stessi e sentirci a nostro agio e realizzati nel mondo di cui facciamo parte. Ma di quale mondo stiamo parlando?
Uno dei filosofi che più mi ha fatto riflettere sin dagli anni del liceo è stato Schopenhauer, uno dei maggiori pensatori del XIX secolo. In questo articolo condivido il suo punto di vista – collegato ad un pensiero precedentemente avanzato da Kant – riguardo il rapporto che ha l’uomo con la realtà, attraverso il cosiddetto Velo di Maya.
Facciamola semplice: secondo Schopenhauer l’uomo è ignorante nei confronti del mondo ovvero non lo conosce. Nella sua filosofia il mondo è rappresentato da due figure: quella intellettuale che deriva dall’esperienza sensibile dell’uomo e quella della volontà. Di base conoscere il mondo attraverso la sensibilità significa non conoscerlo, ma sognare un mondo immaginario. Il mondo e la realtà delle cose si nascondono agli occhi dell’uomo da un velo, il Velo di Maya. Solo strappando quel velo l’uomo potrà conoscere la realtà ed essere libero e felice. E come è possibile eliminare questo ostacolo?
L’arte, la morale e l’ascesi
Grazie all’arte – in ogni sua forma – l’uomo da origine alle idee e perde quel cordone ombelicale che lo lega alla continua ricerca della soddisfazione dei bisogni e dei desideri quotidiani. Ma purtroppo l’arte è una scappatoia momentanea (salvo che avessimo doti artistiche innate).
Entra quindi in gioco la morale che deriva dalla ragione: non essere egoisti verso gli altri e quindi non fare del male ma al contrario avere la volontà positiva di fare del bene.
L’ascesi è la fase finale, la liberazione dal dolore ovvero il Nirvana buddista. La fase in cui le necessità materiali non contano più e il proprio stato mentale è libero.
Una riflessione forse un po’ complessa ma che riporta a quello di cui parlavo nell’articolo sul pensiero positivo: la consapevolezza di vivere il qui e ora.
Vivere il tuo tempo
Dopo aver parlato di ricerca di qualcosa che spesso non conosciamo neppure noi, di circoli viziosi mentali che si innescano inevitabilmente e di raggiungimento di uno stato di liberazione mi chiedo: come posso quindi sentirmi libera in questo mondo e star bene con me stessa senza dare troppa attenzione al futuro e al passato? Beh credo che la risposta sia: vivendo nel mio tempo.
Credo che ognuno di noi debba in qualche modo trovare il suo Nirvana, quello stato in cui si sente davvero realizzato, in cui i giudizi esterni non contano più niente e in cui la vita che stiamo vivendo è quella che vorremmo vivere. Come Schopenhauer non credo che l’arte da sola – salvo forse per gli artisti – sia sufficiente a farci sentire liberi e felici. Credo che la morale sia molto importante per avere rapporti sani e per stare bene con se stessi. Ma credo che il duro lavoro stia tutto nella consapevolezza che il momento che stiamo vivendo sia quello che dovremmo vivere.
Si dice che ogni cosa ha un suo tempo e che ognuno di noi vive nel tempo in cui dovrebbe vivere. Non dovremmo essere in nessun altro posto e non dovremmo preoccuparci di nient’altro se non di vivere questo momento. Un concetto piuttosto banale se vogliamo, ma che nasconde lati davvero complessi che si scontrano irrimediabilmente con il nostro continuo rimuginare.
Per chiudere questo articolo non posso che citare uno degli scritti più famosi, in cui tutto quello di cui ho parlato oggi viene racchiuso in alcuni versi che probabilmente ci avvicinano ancora di più alla comprensione della riflessione di oggi:
“C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.”
La Sacra Bibbia – Dal libro del Qoèlet (Qo 3,1–11)
Ogni cosa ha suo tempo, ognuno è nel tempo in cui dovrebbe essere.
Tu sei nel tuo tempo. Non distrarti.